giovedì 30 agosto 2018

La fame emotiva: motivi psicologici dietro il bisogno di mangiare


Immagine correlata

La fame emotiva, data da questioni psicologiche e non fisiologiche, è la ragione per cui il 95% delle nostre diete fallisce. Non riusciamo a perdere peso e a controllarci perché siamo emotivamente affamati.

Torniamo a casa la sera stanchi e stressati dalla giornata appena trascorsa. Abbiamo una gran fame!

Che differenze ci sono tra fame fisica e fame emotiva?

La fame fisica, la fame propriamente detta, è un segnale che il nostro corpo ci invia, durante l’arco della giornata, quando le sue riserve di energia si stanno esaurendo. Siamo in grado di identificare facilmente il momento in cui abbiamo davvero fame, dopo aver passato varie ore a digiuno, ma vale lo stesso per la fame emotiva?

La fame emotiva è un impulso che proviene dalla nostra “testa” e non dal nostro corpo che ci spinge a mangiare per “distrarci” da stati emotivi disturbanti o intollerabili. Cerchiamo di affogare nel cibo lo stress, la tristezza, l’ansia, la solitudine, ma a lungo andare il nostro stato d’animo peggiora.

Anzitutto l’impulso a mangiare si manifesta a dispetto dei segnali che il nostro stomaco ci manda.

Alcuni aspetti della fame emotiva:
  •  Siamo colti da voglie improvvise. Di solito si mangia cibo poco nutriente e molto calorico, oppure alimenti ricchi di grassi saturi.
  • Siamo insaziabili. In caso di fame emotiva, mangiamo senza sosta, fino a scoppiare.
  • Cerchiamo di colmare un vuoto.
  • Ci abbuffiamo in solitudine. Spesso è proprio la solitudine il fattore scatenante, anche se la fame emotiva può manifestarsi in occasioni quali matrimoni o compleanni.
  • Ci sentiamo in colpa. Dopo esserci abbuffati, ci sentiamo in colpa e vogliamo autopunirci per non aver saputo mantenere il controllo.
  • Mangiare è un atto impulsivo. Compriamo qualsiasi cosa ci piaccia.
  • Mangiamo per sfuggire alle nostre responsabilità. Dentro di noi sappiamo di non aver compiuto il nostro dovere e l’ansia non tarda a bussare alla nostra porta per farci compagnia.



Per combattere la fame nervosa occorre reimparare ad ascoltare i segnali che il nostro corpo ci manda, ma non solo: l’urgenza della fame emotiva può essere allontanata solo se impariamo a riconoscere le emozioni del momento e ad attuare altre strategie per gestirle.

Il nostro organismo è estremamente saggio e segnala dove sta il problema e quindi la soluzione: non è tanto nella quantità di calorie da introdurre, quanto nella sfera delle emozioni, di cui occorre occuparsi.

È evidente che il cibo è un rimedio inappropriato per placare le emozioni sgradevoli che accompagnano conflitti lavorativi o delusioni sentimentali, ecc.

Per soddisfare la fame emotiva senza dover saccheggiare il frigo:
  • Pensa ad altro! Un buon libro, una serata in compagnia fuori casa al cinema o a teatro.
  • L’esercizio fisico. Il fatto di vederci più tonici e in forma ha effetti benefici sulla nostra autostima, ci fa sentire più sicuri di noi stessi (con conseguenze indirette di miglioramento in ambito sociale).
  • Imbroglia il tuo appetito. Invece dell’ennesima caramella, proviamo a succhiare una fetta di limone o a mettere in bocca un cubetto di ghiaccio.
  • Impariamo ad amare noi stessi. Circondiamoci di amici fidati, di persone solari e positive, costruiamo un patrimonio di ricordi felici a cui attingere quando ci sentiamo giù di corda, scegliamo un modo diverso dal cibo per premiarci o consolarci.


Nessun commento:

Posta un commento

IMMAGINE CORPOREA

Il concetto di immagine corporea è stato oggetto d’interesse in primo luogo da parte dei neurologi, ambito in cui nasce tale concetto, e...