martedì 7 agosto 2018

Presentiamoci: Dott.ssa Federica Corbino





“Entrare in contatto con il mistero dell’altro e aiutarlo al suo disvelarsi è la ricchezza di un intervento che va in profondità, e che alimenta la mia motivazione a svolgere questo lavoro”

Mi sono laureata con lode in Psicologia a Bologna nel 2008 e in seguito mi sono specializzata in Psicoterapia facendo la scuola di Psicodramma analitico. È stato un percorso formativo e personale molto appassionante e arricchente umanamente e professionalmente.

La mia indole introspettiva e riflessiva, l’aver vissuto situazioni di sofferenza, i miei tratti depressivi e l’interesse per il mondo psicologico mio e altrui mi hanno condotto a intraprendere questa professione, scoprendo che la capacità di ascoltare è l’arte della mia vita. 

Gli studi di psicologia mi hanno permesso di acquisire una serie di competenze che vanno dall’osservazione del comportamento fino alla fisiologia del cervello. Comprendere il funzionamento della mente umana aiuta a definire i motivi di molti comportamenti, sia normali che patologici. 

Le difficoltà con cui ciascuno di noi si confronta mi hanno sempre spinto a interrogarmi sul perché scaturiscano certi malesseri piuttosto che altri, avvicinandomi a una comprensione quasi istintiva, spontanea dell’altro. 

Occorre guardare con indulgenza alle nostre ferite non del tutto rimarginate, perché grazie ad esse offriamo alla persona in situazione di sofferenza ciò che appartiene al nostro mondo interno. Ovviamente tutto ciò non basta per offrire un aiuto competente e professionale. L’abilità dello psicologo risiede anche nella capacità empatica, nell’ascolto, nell’esperienza, nella sensibilità e nel tatto.

“Caratteristiche” principali per poter essere una psicologa-psicoterapeuta è di avere tratti depressivi, narcisisti, ossessivi ed essere fondamentalmente curiosa. La mia sensibilità e la mia empatia derivano per forza di cose dai miei aspetti più depressivi, mentre la mia sicurezza di potere aiutare le persone evidenziano i miei tratti più narcisisti; allo stesso modo la necessità di catalogare, etichettare e diagnosticare toccano i miei tratti più ossessivi.

Nel momento in cui ci si rivolge a uno psicologo-psicoterapeuta, contrariamente a ciò che si pensa, non è la nostra parte più debole ad attivarsi, ma è quella più forte e sana ad avere il sopravvento: ci si rende conto di trovarsi in una situazione di disagio, e nello stesso tempo si riconosce che è possibile realizzare il diritto di poter stare bene, di poter accedere a uno stato di benessere psico-fisico. 
Rappresenta consapevolezza dei propri limiti e la scelta di volerli trasformare in risorse.

Il rapporto psicoterapeuta-paziente è un rapporto fra due persone che non si sono mai conosciute prima, un rapporto dove l’individuo, che vuole sciogliere i nodi delle sue sofferenze, viene accolto senza pregiudizi e visto con occhi nuovi. Si sceglie un guaritore esterno con cui la persona può verbalizzare i propri vissuti. 

È un cammino faticoso quello di realizzare se stessi, di diventare ciò che si è: il fatto di nascere biologicamente non implica parallelamente la nascita psicologica della persona. A volte, l’individuazione del sé deve avvenire nell’”humus fertile” che il contesto terapeutico è in grado di offrire.

Nessun commento:

Posta un commento

IMMAGINE CORPOREA

Il concetto di immagine corporea è stato oggetto d’interesse in primo luogo da parte dei neurologi, ambito in cui nasce tale concetto, e...