martedì 7 agosto 2018

ACT – Accepatance and commitment therapy


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L’ACT è una terapia comportamentale che mette in discussione le regole di base del mainstream della psicologia occidentale. È un intervento psicologico e psicoterapeutico sviluppato all’interno di una cornice teorica e filosofica coerente e basato su evidenze sperimentali.

L’ACT prende in considerazione alcuni concetti non convenzionali:
  • la sofferenza psicologica è normale, è importante e accompagna ogni persona
  • non è possibile sbarazzarsi volontariamente della propria sofferenza psicologica
  • il dolore e la sofferenza sono due diversi stati dell’essere
  • non bisogna identificarsi con la propria sofferenza
  • si può vivere un’esistenza dettata dai propri valori, ma per farlo si dovrà imparare come uscire dalla propria mente ed entrare nella propria vita

I metodi di cui si avvale forniscono nuove modalità per affrontare le difficoltà di natura psicologica e cercano di cambiare l’essenza dei problemi psicologici e l’impatto che essi hanno nella vita.

L’Acceptance and commitment therapy si basa su 3 punti fondamentali:
  • mindfulness: è un modo di osservare la propria esperienza che è stato praticato in oriente attraverso varie forme di meditazione;
  • accettazione: si basa sulla nozione che tentando di sbarazzarsi del proprio dolore si arriva solamente ad amplificarlo;
  • impegno nell’azione: quando si è coinvolti nella lotta contro i problemi psicologici spesso si mette la vita in attesa.
Secondo l’ACT ciò che promuove il cambiamento e il benessere psicologico sono abilità di “contatto consapevole” con il momento presente e impegno.

Obiettivo dell’ACT è di aiutare il paziente a scegliere di agire in modo efficace (comportamenti concreti in linea con i propri valori) in presenza di eventi privati difficoltosi o interferenti. Questo si traduce in una riduzione della sintomatologia, ma come conseguenza di tale cambiamento di prospettiva e non come obiettivo primario.

L’ACT ha un’efficacia provata sperimentalmente su una vasta gamma di condizioni cliniche ed esistenziali: stress lavorativo, dolore cronico, fumo, ansia, depressione, abuso di sostanze, schizofrenia, disturbo borderline di personalità, tricotillomania, disturbo ossessivo-compulsivo, disturbo d’ansia generalizzato, gestione del peso e dello stigma legato all’obesità, disturbo post traumatico da stress.

Secondo il “modello ACT” la sofferenza psicologica è concettualizzata come un problema di iperfocalizzazione sull’evitamento degli stati interni (l’evitamento esperienziale) e sulla rinuncia all’investimento sui propri autentici scopi. Per evitamento esperienziale intendiamo la non disponibilità da parte della persona di rimanere in contatto con particolari esperienze personali, come sensazioni fisiche, emozioni, pensieri, ricordi… Questa non disponibilità si traduce in una messa in atto di comportamenti specifici per modificare l’impatto di questi eventi e i contesti che li provocano. Il tentativo di controllo degli eventi interni non fa altro che intensificarne la portata. 

Nel disturbo ossessivo-compulsivo i pazienti elaborano rituali complessi nel vano tentativo di tenere a bada l’ansia provocata dalle loro ossessioni (pensieri e immagini), si condizionano la vita pur di non sperimentare quell’ansia. L’ACT propone di contrastare questo evitamento con l’accettazione dell’esperienza, l’accoglimento non giudicante di ciò che si vive interiormente, senza l’assillo del controllo né della spiegazione.

Un altro aspetto importante dell’ACT è la rilevanza che essa dà ai valori personali. L’ACT aiuta quindi le persone a chiarire a se stesse, cos’è importante per loro, che persone vogliono essere, cos’ha veramente significato e valore e cosa vorrebbero realizzare nella vita. L’ACT può quindi essere sintetizzata come segue:

Accept your reactions and be present (accetta le tue esperienze interiori e sii presente a te stesso)
Choose a valued direction (scegli una direzione di valore)
Take action (agisci)

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