Il concetto di immagine corporea è stato oggetto d’interesse
in primo luogo da parte dei neurologi, ambito in cui nasce tale concetto, e poi
dei comportamentisti che si sono cimentati nel cercare una chiara spiegazione a
tale costrutto.
L’immagine corporea, ovvero la rappresentazione che abbiamo di noi
stessi, è fortemente influenzata dai nostri stati interni, che portano alla
formazione di un’immagine legata a uno stato emotivo. Le emozioni rendono
questa rappresentazione mentale positiva o negativa.
L’immagine corporea è influenzata da schemi precoci che si generano
da quando si è molto piccoli nell’interazione con la madre.
Nell’immaginario
collettivo con il termine immagine
corporea si tende a individuare la propria fisicità, legata al concetto del
bello, volta ad attirare l’attenzione dell’altro. Avere un’immagine corporea interessante aiuta a mantenere alta la propria
autostima aumentando anche il senso di efficacia personale percepito.
I soggetti con disturbo dell’alimentazione hanno
solitamente un’immagine corporea alterata: infatti sono esageratamente
focalizzati sulla forma e sul peso corporeo, tanto che il loro senso di stima
personale e la valutazione che danno di se stessi sono strettamente vincolati
all’apparenza fisica.
Alcune persone che
soffrono di disturbi dell’alimentazione non riescono a percepire il loro corpo
come realmente è: si vedono o si sentono grassi anche quando hanno un peso
normalissimo o addirittura quando sono gravemente sottopeso.
Un ampio numero di
indagini ha confermato il ruolo rilevante del disturbo dell’immagine corporea come fattore scatenante, di
mantenimento e di ricaduta dei DCA.