Le ricerche che
s’ispirano all’infant research e alla
teoria dell’attaccamento suggeriscono che gli aspetti affettivi, emotivi e
cognitivi influiscono sull’alimentazione già durante i primi scambi
comunicativi che hanno luogo nell’interazione precoce tra il caregiver e il neonato. Tali dinamiche
sono fondamentali per configurare e organizzare le esperienze di co-regolazione
degli stati affettivi, della conoscenza di sé e del mondo e dei processi della
traduzione simbolica delle emozioni in sentimenti che andranno progressivamente
a strutturarsi nel corso della relazione con i membri della famiglia.
I disturbi
dell’alimentazione sono concettualizzati quindi come disfunzioni della
regolazione degli affetti che si strutturano all’interno di un ambiente
famigliare emotivamente trascurante e incapace di cogliere le richieste emotive
del soggetto.
Quando il
bambino ha fame, in modo analogo a quando è malato o sofferente, si attiva il
comportamento di attaccamento così da ottenere la vicinanza della madre e
ristabilire un equilibrio affettivo.
Per quanto
riguarda il ruolo delle figure parentali, nelle pazienti anoressiche sembra
centrale l’aspetto della trascuratezza paterna e la passività dei processi di
pensiero, mentre negli altri disturbi del comportamento alimentare si
evidenziano anche l’amorevolezza e l’inversione di ruolo nei confronti della
madre.
Determinate dinamiche
relazionali tendono a configurare specifiche organizzazioni del sistema
famigliare.
Le tipologie
di organizzazione famigliare definite “estreme” tendono a essere strettamente
correlate allo sviluppo e al mantenimento di sindromi psicosomatiche i cui
sintomi, a loro volta, giocano un ruolo decisivo nel mantenimento dell’omeostasi
del sistema famiglia. Nei casi di anoressia emerge un sistema famigliare
altamente invischiante, che ha sempre sostenuto un atteggiamento verso le
relazioni umane orientato essenzialmente sulla prossimità e sulla vicinanza
interpersonale.
Tali sistemi
presentano bassi livelli di espressione comunicativa e incapacità di
incoraggiare la differenziazione e la crescita personale in quanto basati
essenzialmente sul controllo. In generale risulta chiaro che relazioni
famigliari funzionali sono importanti fattori di protezione: un’adeguata
sintonizzazione emozionale, un’alta flessibilità dei ruoli e una buona
soddisfazione di tutti i membri della famiglia contribuiscono al benessere
riducendo il rischio dell’adolescente di portare avanti comportamenti
disfunzionali, come ad esempio comportamenti alimentari compulsivi.