Dimagrire è una trasformazione che coinvolge interamente la persona quindi limitarsi a un approccio fisiologico, chimico e metabolico, non basta. Noi di “Leggermente” abbiamo rivoluzionato il concetto di programma dimagrante. Spostiamo l’interesse dai chili alla consapevolezza di sé, all’autenticità, alla capacità di esprimersi, di trovare piacere e libertà. S’imparano a rimodellare i propri confini, ad attivare risorse latenti, a trasformare il modo in cui pensiamo noi stessi. I chili di troppo sono visti come riserva di forze da dispiegare, progetti da realizzare, desideri da comunicare. Il nostro è un percorso che vede la perdita di peso come naturale conseguenza dello sblocco di energie intasate dal punto di vista psicologico.
Gli studi
indicano che il peso forma, dopo un programma dietetico, nella maggioranza dei
casi non viene mantenuto a lungo. Riflettendo in termini emotivi, un regime
alimentare appesantisce, richiama concentrazione, responsabilità, impegno, controllo. Trascina facilmente in una
spirale infinita di tentativi e fallimenti, il famoso effetto yo-yo.
La causa
degli insuccessi può non essere il tipo di dieta, i ritmi di vita, l’assenza di
aiuto famigliare, ma l’approccio mentale al cibo, alla dieta e a tutto quello
che ruota attorno.
Lo psicoterapeuta
può essere un valido aiuto per tutte le persone che iniziano una dieta e per le
quali la possibilità di mantenere un peso adeguato è un fattore fondamentale di
benessere.
L’aiuto
psicologico può stimolare la persona a trovare valide motivazioni interne per
iniziare una dieta in caso di sovrappeso; sostenere la motivazione a continuare
nel tempo un regime alimentare sano; aiutare a sviluppare un atteggiamento
mentale utile a gestire il panorama alimentare.
Solitamente
il lavoro di supporto alimentare è finalizzato a:
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Modificare
l’atteggiamento mentale sabotante: pensieri quali “Io sono fatta così”, “Sono
grassa di costituzione”, “Mi piace mangiare e per me è impossibile rinunciare
al cibo“, “In famiglia siamo tutti così”, ecc.
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Intervenire
a sostegno e sviluppo della motivazione personale: con i giusti esercizi
possiamo trasformare il critico interiore in un formidabile alleato nella lotta
contro le tentazioni culinarie.
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Lavorare
sugli aspetti emotivi implicati nell’alimentazione (stress, ansia, depressione,
rabbia) nei casi alimentazione emotiva
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Aumentare
l’autostima, l’autoefficacia e la resilienza
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Accrescere
la consapevolezza alimentare
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Imparare
strategie di gestione dei momenti di fame e tentazioni alimentari
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Imparare
a mangiare con consapevolezza, attraverso interventi di Mindfulness specifici
per gli aspetti alimentari, assaporando il cibo e tornando in contatto con il
corpo e i segnali di sazietà.
Scoprire
quale funzione svolge per noi il cibo (antidepressiva, calmante, ecc.) è
fondamentale per poter modificare una cattiva abitudine. Ricordate che dietro
un comportamento negativo vi è sempre un’intenzione positiva.
Anziché
aderire a regole e programmi prescrittivi, risulta molto più funzionale riconnettersi
con i propri segnali biologici e affidarsi a essi.