E’ la
ricerca ossessiva del cibo più sano, l’allenamento frenetico che non ha fine, è
guardarsi allo specchio e non sentirsi mai abbastanza in forma. E il problema è
che non sempre ce ne si rende conto. Sono patologie che trasformano abitudini
sane in comportamenti nocivi per la salute e che in alcuni casi, come per tutte
le disfunzioni legate al cibo, possono causare danni molto gravi. Se una
persona “normale” presta attenzione alla spesa, un ortoressico è così
ossessionato da questa attività che finisce per dedicarle una grossa parte
della giornata, il che provoca un irrigidimento mentale nel soggetto, che si
crea regole da seguire che diventano il principio guida del suo comportamento,
e deviare da ciò che si ritiene giusto crea angoscia, sensi di colpa enormi.
Così si
rifiuta un’uscita al ristorante, si perde il contatto con gli altri se non
condividono le medesime convinzioni.
Il paradosso
dell’ortoressia risiede nel fatto che
gli stessi comportamenti alimentari che si adottano per controllare la propria
vita nella direzione del benessere arrivano a controllare il soggetto stesso,
con l’illusione che tutta la salute
dipenda dal cibo, mentre viene precluso quel benessere che apporta sane
relazioni fondate sulla condivisione delle differenze.
Chi soffre
di ortoressia è infatti controllato
da un vero e proprio fanatismo alimentare pericoloso che fonda le sue radici su
una conoscenza superficiale e semplicistica delle stesse corrette regole
alimentari seguite con tanta scrupolosità.
A complicare
il quadro si aggiunge spesso l’evitamento attivo di un confronto con i veri
esperti, al punto da denigrare teorie di eminenti medici e studiosi del campo,
alla luce delle proprie personali teorie.
L’ossessione
nei confronti del cibo non di rado si associa anche ad altre forme maniacali
come l’ossessione per l’esercizio fisico, per la pulizia, per massaggi e cure
estetiche e spesso anche alla fobia dei farmaci.
Alla luce
della ferma convinzione di agire in modo corretto, le persone che soffrono di ortoressia sono estremamente sicure
delle proprie convinzioni, che diventano veri e propri ideali di purezza
interiore.
Un
trattamento efficace deve essere graduale e procedere, da un lato, attraverso
il lavoro sulle emozioni (in particolare, sulle paure di contaminazione e di malattia
che mantengono l’ossessione) e, dall’altro, una reintroduzione dei componenti
alimentari eliminati, puntando anche su eventuali malesseri fisici che possono
essere causati da una dieta squilibrata.
In generale,
il trattamento dell’ortoressia dovrebbe
avvalersi dello psicoterapeuta e del biologo nutrizionista, attraverso
un’azione integrata tra il paziente e la famiglia.