domenica 3 marzo 2019

QUANDO MANGIAMO LE NOSTRE EMOZIONI

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Si racconta che alcuni pellegrini andarono a visitare un saggio Zen che dimostrava molti meno anni di quelli che aveva, e gli domandarono: “Quale è il segreto per mantenerti così giovane ed in forma?”. Il saggio rispose: “Mangio quando ho fame e dormo quando ho sonno”. Il saggio volle dire che il segreto del suo benessere era la sua stessa capacità di riconoscere ed assecondare i propri stimoli interni.

Il rapporto fra cibo ed emozioni è spesso contraddittorio e tormentato, mangiare può essere un modo per punirsi e perdere il senso di quanto ci accade o un modo per volersi bene, “gustare” la vita e condividerla con gli altri…

“Mangiare” le nostre emozioni significa ingerire più alimenti del necessario e probabilmente non dei più sani: il cibo diventa una via di fuga. Non si mangia solo cibo. Certe volte mangiamo anche le nostre emozioni.

Non è forse vero che spesso, già da piccoli, invece di insegnarci a esprimere quello che sentiamo, c’incoraggiano a tenere tutto dentro?

Non riusciamo a essere assertivi e a dire quello che proviamo veramente.

Mangiamo le nostre emozioni quando entriamo in cucina e, senza aver fame, buttiamo giù la prima cosa che troviamo nel frigorifero.

È uno dei modi per colmare il vuoto emotivo.

Non si può parlare di fame e nemmeno di voracità o golosità.
  •     Stress: mangiamo troppo velocemente, senza gustare i cibi.
  •         Paura: la cucina e i suoi alimenti diventano il nostro rifugio.
  •         Colpa: mangiamo più del necessario e, di conseguenza, ingrassiamo.
  •        Tristezza: siamo costantemente alla ricerca di qualcosa di dolce o di cibo spazzatura.
  •         Vuoto: mangiamo in modo compulsivo per soddisfare il piacere e sentirci pieni.


In questi casi, il cibo è una via di fuga. Attraverso esso, teniamo a bada quelle emozioni che premono per uscire e sono in attesa di risposta.

Quando mangiamo le nostre emozioni, pensiamo di aver trovato un balsamo per il dolore.

Quando mangiamo le nostre emozioni, le stiamo reprimendo.

L’importante è cominciare ad essere consapevoli che ci stiamo rifugiando nel cibo per evitare di gestire un’emozione che, anche se ignorata, continua ad essere presente.

È vitale imparare e riconoscere e ad analizzare i nostri sentimenti, per poterli gestire in modo molto più sano.

Le emozioni vanno e poi passano. Ma se questo non avviene possono radicarsi.

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